Segnaliamo che rispetto alla rivalutazione provvisoria dell’1,7% scattata dal 1° gennaio 2022 (in realtà 1,6% ma l’Inps provvederà ad un conguaglio nei prossimi mesi) l’Istat ha certificato che l’inflazione nell’anno 2021 si è attestata definitivamente all’1,9%.
Di conseguenza i pensionati riceveranno quest’anno una pensione di importo inferiore rispetto al dovuto e l’adeguamento e il conguaglio arriveranno solo a partire dal prossimo 1° gennaio 2023 (vedi Circolare Inps n. 15/2022)
L’applicazione della rivalutazione infatti avviene all’inizio di ogni anno in via provvisoria sulla base dei valori indicati dal decreto del Ministero dell’Economia, che quest’anno ha fissato il tasso provvisorio, relativo ai primi 9 mesi del 2021, in misura pari allo 1,7%.
L’Istat, tuttavia, ha certificato che l’inflazione è continuata a salire anche nell’ultimo trimestre del 2021 attestandosi ad un definitivo + 1,9%.
Pertanto l’anno prossimo le pensioni dovranno essere adeguate corrispondendo anche gli arretrati maturati nel 2022.
In tabella alcuni esempi.